Con l’evoluzione delle tecnologie IoT il prefisso “smart” è ormai presente in tante delle parole/oggetti che utilizziamo quotidianamente: smart-phone, smart-home, smart-things ecc. In questo articolo introduciamo un ulteriore nuova realtà legata al mondo dell’Internet of Things: la Smart Lighting. Ti spiegheremo di cosa si tratta, come si integra con l’IoT e in quali piattaforme trova applicazione.
Con il concetto di Smart Lighting, che tradotto in italiano diventa “illuminazione intelligente”, si intende tutto quell’insieme di sistemi di illuminazione Smart, appunto, che sono in grado di funzionare in maniera più flessibile, personalizzabile ed efficiente rispetto ai tradizionali impianti cablati e manuali.
Si tratta di una serie di soluzioni tecnologiche quali lampadine, interruttori e altri dispositivi che possono creare scenari di utilizzo in base a uno specifico contesto, oppure che possono essere controllati da remoto in qualsiasi momento. Tutto questo si traduce in un sistema di illuminazione più efficiente e scalabile in base alle esigenze dell’ambiente in cui è installato; queste tecnologie consentono inoltre di abbattere i consumi energetici, e ridurre l’impatto ambientale ad essi connesso.
Il concetto che sta alla base della Smart Lighting è l’interconnessione tra i vari dispositivi smart che compongono il sistema di illuminazione. Tutti questi creano un network che scambia dati in maniera continuativa utilizzando tecnologie quali il Wi-Fi, il Bluetooth o i protocolli ZigBee o Z-Wave. La scelta di questi strumenti dipende sostanzialmente dalla complessità dell’ecosistema che si intende ricreare, ma soprattutto dal contesto in cui lo si vuole ricreare.
Quando l’illuminazione intelligente si integra con l’IoT, tutti i dispositivi interconnessi, grazie ai servizi di Cloud Computing, possono essere comandati da remoto persino attraverso i comandi vocali. Questo significa che è possibile accendere, spegnere o programmare l’accensione delle luci anche quando non si è fisicamente presenti nella stanza, ma non solo, è possibile gestirne l’intensità, il colore e impostare degli scenari di illuminazione più efficienti dal punto di vista energetico.
Tra questi scenari, ad esempio, è impossibile impostare un’accensione graduale al mattino, a cui abbinare magari il sollevamento delle tapparelle automatizzate. Grazie al rilevamento GPS è invece possibile impostare l’accensione o spegnimento dei dispositivi in base alla distanza rispetto a un determinato punto.
I componenti che costituiscono un sistema di illuminazione intelligente sono diversi. L’elemento principale, senza il quale non sarebbe nemmeno possibile sfruttare le tecnologie IoT, è la connessione alla rete, connessione che può essere sia cabalata che wireless. Il sistema si compone poi di una lunga serie di dispositivi di illuminazione, sensori e altri device che concretamente “donano luce” agli ambienti domestici o industriali, e che possono essere gestiti e programmati da remoto.
Per quanto riguarda gli ambienti interni, il componente cardine è ormai diventato lo smartphone. I telefoni di ultima generazione dispongono di tutte le tecnologie e le funzioni necessarie per la gestione dell’IoT anche da remoto. Per farlo fanno ricorso ad una grande varietà di applicazioni mobile che permettono di gestire e controllare i dispositivi offerti da un determinato provider. In questo modo il controllo dei dispositivi di illuminazione può avvenire con un semplice tocco sullo schermo dello smartphone, oppure con i comandi vocali in esso integrati. Attraverso le applicazioni è poi impossibile impostare scenari e automatismi che rendono la gestione della Smart Lighting quasi del tutto autonoma e più efficiente.
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