Home » Quando si parla di reverse engineering
L’ingegneria inversa è una delle più grandi risorse per un’azienda che ha l’obiettivo di svilupparsi e crescere nel tempo, apportando delle migliorie costanti a prodotti preesistenti senza incorrere nel rischio di plagio o violazione del copyright. Ma in cosa consiste esattamente? Quali sono i vantaggi di questa soluzione? Scopriamo di più in questo articolo!
Per Reverse Engineering si intende quel processo che consente ai produttori di analizzare con estremo dettaglio un prodotto, o una parte di esso, così da individuare le modifiche necessarie per migliorare alcuni aspetti funzionali. Si tratta di un insieme di attività che consentono di analizzare le proprietà di un oggetto fisico attraverso diverse tecnologie di misurazione in 3D.
Parliamo di ingegneria inversa perché i progettisti che la applicano adottano un approccio “all’indietro” nel loro lavoro, ossia, rispetto al processo di progettazione originale partono dal risultato finale, analizzano il prodotto ed effettuano misurazioni e valutazioni tali in modo da ottenere informazioni fisiche del progetto.
Alla base del processo di reverse engineering vi è la determinazione delle esigenze del produttore: l’oggetto deve essere riprodotto per analizzarne le ragioni del mancato funzionamento, identificare i difetti di assemblaggio o per riprodurre un’attrezzatura esistente?
Si può ricorrere al reverse engineering anche in altri casi, ossia per individuare il modello di progettazione al fine di ricostruire l’oggetto in 3D con tutti i parametri corretti e in modo perfetto rispetto all’originale.
Dopo questa prima fase di analisi preliminare bisognerà procedere a individuare la tecnologia di misurazione 3D più adatta in base all’applicazione e al contesto di acquisizione dei dati.
A questo punto si procederà con la scansione vera e propria, dalla quale si otterranno dei file STL da analizzare attraverso un software scan-to-CAD. questa fase consente di pulire, correggere e rifinire i dati suddividendo l’oggetto in diverse componenti e forme al fine di costruire un modello 3D accurato. In ultimo si procederà all’allineamento dei dati, ossia al loro collocamento nel sistema di coordinate.
Terminata questa fase di post-trattamento dei dati, il file STL viene importato in un altro software autonomo (software CAD) dotato di strumenti di reverse engineering. I professionisti e gli ingegneri procederanno poi alla creazione del modello 3D apportando le eventuali modifiche.
L’ultimissima fase di questo processo consentirà di elaborare un prototipo del modello 3D attraverso una stampante 3D, e si continuerà a lavorare su di esso fino a quando non si otterrà il risultato desiderato. Ottenuto il modello finale, infatti, il produttore potrà scegliere se procedere alla realizzazione di una singola parte, o alla sua produzione in serie.
Le potenzialità del reverse engineering sono infinite, e per questa ragione il suo futuro è promettente. Le frequenti innovazioni tecnologiche, i flussi di lavoro sempre più efficienti e sofisticati, offrono ai produttori la possibilità di aumentare l’efficacia e la qualità dei loro prodotti, creando nuove soluzioni sempre più innovative, migliorare i processi produttivi e aumentare il rendimento del proprio business.
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